Il Quartier Generale dei Mangiamorte

Concorso Fan Fiction #2, natalizio

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Emily Darlington
view post Posted on 22/12/2010, 12:57




Salve a tutti!
Abbiamo deciso di indire un nuovo concorso ff per oneshot, questa volta a tema natalizio.




Banner di Chamaleon! :D Graaaazie!

Trama
: Quello che volete purchè contenga i regali di natale, qualsiasi epoca e qualsiasi personaggio

Lunghezza: oneshot, niente limiti di parole ma perfavore non troppo lunghe.

Avvertimenti: Possibilmente cercate di evitare l'Out of Canon più puro (cioè non fate personaggi che abbiano solo il nome dei personaggi di HP e il carattere di qualcun altro).
Sono vietati il yahoi, yuri, lemon e tutte le cose un po' porche che mi obbligherebbero a censurare la pagina, ecc...

Iscrizioni: Non ce n'è bisogno. Se avete scritto una storia la pubblicate, altrimenti no. Siamo in un periodo di verifiche o esami, se non ce la fate non importa. In conclusione non è necessaria l'iscrizione o altro.

Giudici: Io e Cass, al solito.

Termine: Fino alla fine di Gennaio, ma eventualmente prorogabile.

Pubblicazione: Potete pubblicare direttamente le ff qui di seguito nella discussione! Magari all'inizio mettete una breve descrizione (tipo quelle di EFP).

Se ci sono domande o problemi, mandatemi un MP, così la discussione semplicemente contiene tutte le ff.

La partecipazione è permessa a tutti anche a quelli che non sono iscritti al forum. Insomma a chiunque voglia.


Banner per la firma (cosa molto gradita, per pubblicizzarlo un po')

CODICE
[URL=http://crucio.forumcommunity.net/?t=42600798][IMG]http://i55.tinypic.com/288r3gh.png[/IMG][/URL]


Edited by Emily Darlington - 23/12/2010, 21:01
 
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bellafancrazy94
view post Posted on 22/12/2010, 13:14




Ok, inizio io, anche se ODIO aprire i concorsi o cose del genere... coooomunque:
Bellatrix è una ragazza molto simpatica, certo, un po' impulsiva e assetata di Crucio, ma ha un gran cuore (che dedica solo al Signore Oscuro), durante le festività però diventa un'altra persona...

SPOILER (click to view)
E' la mattina di Natale, tutti i bambini a quest'ora stanno scartando i loro regali, tutti, compresa la giovane Bellatrix Black appena diventata Lastrange per il matrimonio lampo con il povero Rodolphus Lastrange, che davanti al camino scarta i suoi regali tra cui, una spazzola (che butta nel cestino senza pensarci molto), il manuale “Mille Modi per Cruciare” di J.P Mortens e infine dall'Oscuro Sire “Un Cruciatus per amico”, di Rudolph McKitern...

AVERY: Allora Bella? Come hai trovaro il mio regalo??

BELLA: Riluttante, insignificante e orripilante...

Bella guarda tra i regali scartati...

BELLA: A proposito, che cosa mi hai regalato?

AVERY: Una spazzola... è supertecnologica...

BELLA: E esattamente una spazzola cosa dovrebbe fare?

AVERY: Innanzitutto renderà i tuoi capelli lisci e setosi, più ancora di quelli di Lucius…

BELLA: Sogna... quelli di Lucius sono impossibili da battere...

AVERY: Oh, bhè, pensala come vuoi...

Avery tira fuori dalla spazzatura la spazzola che ha gettato Bella e indica un tubo che spunta fuori dal dorso:

AVERY: questo è un tubo che serve per ascugare i capelli mentre li pettina...

BELLA: fico!!!!!!!

AVERY: e non è tutto!

Avery indica una sorta di pulsante al lato destro del pettine:

AVERY: lo sai cos'è questo? Un lettore mp3... dentro ci sono gli inni dei Mangiamorte e il nuovo
singolo di Lucius: "Quando ti crucio mi batte forte il cuore!"... ascolta...

MP3: Quando per la primaaaaaa voooltaaaaa
sentii i tuoi laaaaaaaaaaaameeeeeeeentiiiiiiii
qualcoooooooooosa in meeeeeeeee cambiò!
è una stranaaaaaaaaa sensazioneeeeeee...
ma non si può chiamare amoreeeeeeeeeeeeee...
quando ti crucio mi batte fooooooooooooorte il cuoooooree!!!
non scappaaaaaaaaaaaaare aspettaaaaaaaaaaaaaa
o prendo il coltello e ti taglio una fettaaaaaaaaaaaaa
di feeeeeeeeeeeeeemoooooooooooreeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!!!!!

BELLA: credo che lo terrò... ma dove l'hai preso?

AVERY: l'ho fatto io... è un mio brevetto...

BELLA: ho cambiato idea... non lo voglio più...

AVERY CORRUCCIATO (con il broncio): perchè?

BELLA: ricordi cosa è successo l'ultima volta che hai fatto usare un brevetto?

AVERY: no... cosa è successo?

BELLA: già, ovvio che non ricordi... l'Oscuro Sire ti ha cruciato per così tanto tempo che devi aver dimenticato cosa era successo...

***Flashback***

AVERY: oh... mamma... certo che porterò il mio brevetto alla riunione dei Mangiamorte...

SIGNORA AVERY: sai... spero proprio che l'Oscuro Sire ti premi per questo nuovo brevetto...

Al quartier generale dei Mangiamorte... una nuova riunione Oscura... una nuova occasione per decidere come e quando seminare il panico nel mondo magico...

VOLDIE: molto bene... vorrei vedere il tuo brevetto, Avery...

AVERY: agli ordini mio signore... Engorgio...

Avery colpisce con la bacchetta una poltrona in miniatura, che diventa grande...

AVERY: l'ho chiamata dark stress stop... si chiama così perchè come lei sicuramente sa ogni mago oscuro si stressa a cercare di conquistare il mondo magico o eliminare tutti i nati babbani, mezzosangue, maghinò e babbani... questa è la prima poltrona del male che massaggia mentre si esercitano Oscuri complotti...

VOLDIE: e come dovrebbe funzionare???

AVERY: basta un colpo di bacchetta e il gioco è fatto... oppure, per non doversi scervellare per fare l'incantesimo giusto ho messo dei rilevatori di pensieri in un casco, direttamente collegato alla DSS, così lei portrà anche solo pensare cosa vuole che la poltrona faccia per farla stare meglio...

Voldie si siede nella poltrona e indossa il casco, qualche secondo dopo dalla sua bocca escono gemiti di piacere, e comincia a muoversi avanti e indietro... dalla poltrona sono spuntate delle mani con guanti bianchi che gli stanno grattando la schiena... poi i guanti scompaiono e l'Oscuro Sire si ritrova sdraiato nella poltrona, trasformata in letto, poi accade una cosa strana, la poltrona comincia a fare su e giù e Voldie viene sbalzato giù...

VOLDIE: WHHHHHHHHHHHHHHHHHHAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!

Bella spicca in balzo e si frappone tra il pavimento e sua Oscurità, che si rialza:

VOLDIE: CCCCCCCCCRRRRRRUUUUUUUCCCCCCIIIIIIIIIOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!

Avery cade a terra agonizzante...

VOLDIE: cruciocruciocruciocrucio!!!!

***Fine Flashback***

AVERY: ah!! Già!!! Ora ricordo... l'Oscuro Sire era moooooolto incazzoso!!!

BELLA: se non ci avesse pensato lui a cruciarti sta pur certo che lo avrei fatto io...

AVERY: non avevo dubbi Bella...

Avery passa un braccio intorno alle spalle di Bella con fare affettuoso e fraterno...

BELLA: CRUCIO!!!! mai toccare Bellatrix Lastrange alle spalle...

Bella se ne va lasciando il povero Avery solo e agonizzante...


Edited by Emily Darlington - 22/12/2010, 14:02
 
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Natalie_S
view post Posted on 20/1/2011, 23:32




Eccomi!
Scusate per il ritardo!

La protagonista di questa one-shot è la mitica Minerva McGranitt, qui alle prese con un difficile regalo di Natale...

SPOILER (click to view)
Minerva McGranitt odiava il Natale.
A dire la verità, non la infastidivano i festoni, le decorazioni, le carole, i dolci: anzi, amava l’atmosfera festosa e frizzante che pervadeva il castello prima delle vacanze.
Quello che odiava era l’usanza (a suo parere stupidissima) del Secret Santa, istituita dal preside qualche anno prima per “rafforzare lo spirito di squadra”, o qualcosa del genere.
Il nome di ogni insegnante veniva scritto su un pezzo di pergamena: i foglietti venivano quindi messi in un Cappello Parlante e ognuno doveva estrarre a sorte il nome di un collega, a cui fare il regalo di Natale. L’identità del mittente doveva rimanere segreta.
L’anno prima, le era capitata la Cooman: aveva meditato per settimane su cosa regalarle, e alla fine aveva optato per uno scialle scozzese. Non gliel’aveva mai visto indossare, a quell’ingrata!
Certo, era già stato più semplice che trovare il presente adatto per Rüf, toccatole in sorte un paio di anni prima. Insomma, non era certo facile regalare qualcosa a un fantasma! Infatti aveva scoperto che, per quanto il defunto insegnante amasse i libri di storia, la mancanza di corpo gli impediva di sfogliarli.
Ma quest’anno… quest’anno davvero non voleva sfigurare! Quando aveva letto il pezzo di pergamena estratto dal Cappello, aveva sentito un brivido: Albus Silente.
Era sempre stato il suo insegnante preferito, quando era una studentessa. Ora che era un’ insegnante e lui il preside, il loro rapporto di stima e fiducia si era ulteriormente cementato, e lei ci teneva moltissimo a fargli un regalo azzeccato.
Aveva subito pensato, anche per lui, a un libro: sembrava proprio adatto! D’altronde, ne aveva così tanti… difficile capire quale gli mancasse. Sapeva della sua passione per sorbetti al limone e api frizzole, ma il preside riceveva mensilmente un pacchetto per corrispondenza da Mielandia con tutti i suoi dolci preferiti, perciò anche questo regalo non era opportuno. Era davvero più difficile di quanto pensasse.
Il week end prima di Natale, decise di andare a Hogsmeade, in cerca di ispirazione.
Mentre si dirigeva a passo spedito verso la cittadina, notò un’altra figura che avanzava sul sentiero coperto di neve: anche da lontano, riconobbe immediatamente la sagoma scura di Severus Piton.
-Eilà Severus!- lo chiamò.
Piton si voltò, e per un istante sembrò molto sorpreso, quasi spaventato, nel vederla.
-Anche tu in giro per regali?- continuò Minerva.
-Ehm, no, in effetti io…-
-Bene, bene!- lo interruppe la collega –Avrei bisogno di un consiglio… dovrei fare un regalo a una persona. Ehm, diciamo che è un mago importante, è molto colto, ama i dolci agli agrumi…-
-Potrei azzardare che ti sia toccato Silente come Secret Santa?- interloquì Piton con un ghigno represso.
-Oh, e va bene, è lui!- sbuffò la McGranitt –Sono in crisi! Non ho idea di cosa regalargli, ha già tutto!-
Piton ci pensò su: -Un libro?- azzardò.
-Ma ne ha già così tanti! Tutti gli regalano solo preziosi e antichi volumi di magia. E il suo ufficio straborda di dolci…-
-E’ un bel problema. – convenne Piton –Ora se non ti dispiace dovrei andare – aggiunse, facendo per incamminarsi.
Minerva gli rivolse uno dei suoi collaudati sguardi severi e penetranti: -Ho bisogno di un parere maschile, e apprezzerei molto che tu mi accompagnassi a scegliere il regalo per il preside.-
-Veramente io…-
-Andiamo a Hogsmeade, coraggio!- lo esortò, e Piton la seguì.
Minerva ridacchiò sotto i baffi: Severus era stato un suo allievo, e aveva scoperto che dargli ordini funzionava ancora, la maggior parte delle volte. Certo, escluse le questioni che riguardavano il Quidditch.
Giunsero da Madama Jennings, il negozio di articoli regalo più popolare della cittadina.
Il piccolo locale era pieno di acquirenti, che ispezionavano gli scaffali colmi di oggetti particolari: tazze autoriempienti, gadget di popolari squadre di Quidditch, orologi che segnavano le più varie situazioni (tra cui “In bagno: non disturbare”)…
-Che te ne pare di quello?- disse Piton zelante, notando che Minerva osservava quest’ultimo orologio.
-Che idea ridicola!- protestò la McGranitt –Sarebbe lo zimbello di tutti gli studenti che lo aspettano nel suo ufficio. Lo prenderebbe in giro persino il gargoyle!-
Severus si rabbuiò, e si guardò intorno in cerca di ispirazione.
-Guarda- le disse poi – a te non piacerebbe ricevere quella bella sveglia che ti leva le coperte e ti lancia una secchiata d’acqua…-
-Ti prego!!!- lo interruppe Minerva –E’ il risveglio peggiore che si possa immaginare. Questo invece non sembra male- osservò, indicando un trespolo – potrebbe usarlo per Fanny.-
-No, ne ha comprato uno da poco- la informò Piton – dopo che la fenice ha preso fuoco l’ultima volta, quello vecchio era tutto bruciacchiato.-
Le narici della professoressa fremettero, come sempre le accadeva quando era stizzita.
-Non ti abbattere, Minerva!- la incoraggiò Severus –Non ti piace questo berretto da notte? Il castello è molto freddo in questa stagione…- propose, indicando un informe ammasso di tessuto peloso, in una violenta sfumatura di rosa shocking.
La McGranitt si inalberò: possibile che Piton non capisse quanto lei ci tenesse a comprare un bel regalo per il preside Silente e continuasse a farle perdere tempo con proposte idiote?
-E’ un obbrobrio!!!- sbottò –Severus, sei la persona con il peggior gusto che abbia mai avuto la sventura di incontrare! Nessuno vorrebbe mai ricevere una stupidaggine imbarazzante del genere! Adesso, se devi parlare solo per dire queste castronerie, ti prego, taci!-
Piton abbassò la testa, offeso e triste. Aveva davvero esagerato, pensò Minerva, vergognandosi di sé stessa. In fondo lui l’aveva accompagnata, cercava solo di darle una mano. Si sentì molto in colpa.
Si voltò verso uno degli scaffali, e improvvisamente lo vide. Il regalo perfetto, quello che aveva sempre sperato di trovare: una bellissima piuma dorata, con un elegante pennino, anch’esso d’oro, finemente intagliato. Era proprio quello che cercava.
Soddisfatta, afferrò la penna e si diresse verso una delle due casse affiancate al fondo del negozio. Accanto a lei, un signore corpulento stava facendosi incartare dei calzini spessi e pesanti.
Mentre la commessa impacchettava il suo acquisto, Minerva si voltò verso Piton, ora intento a esaminare timidamente un orrendo gatto cinese in ceramica dorata, che alzava e abbassava la zampina producendo una musichetta acuta e fastidiosa ogni qualvolta qualcuno gli passava accanto.
Era davvero un oggetto di rara bruttezza, pensò Minerva sospirando: ma voleva dire qualcosa di gentile a Piton, che in quel momento appariva abbattuto e un po’ scoraggiato.
-E’… è c-carino quello- riuscì infine a dire, indicando il gattino –Molto originale.-
-Davvero ti piace?- chiese Piton illuminandosi.
Minerva annuì:- Sì, sì, naturale… ma sai, ho appena pagato la penna… peccato, è andata così!-.
Senza voltarsi, afferrò distrattamente il sacchetto sul bancone, e pilotò Piton fuori dal negozio.

La sera di Natale, Minerva si sentiva molto agitata e orgogliosa, pregustando il momento in cui Silente avrebbe scartato il suo bel regalo.
Si recò nell’ufficio del preside, per l’occasione decorato con allegri festoni natalizi: ogni superficie era costellata di vassoi di dolci, calici di vino elfico e whisky incendiario.
Sulla scrivania del preside faceva bella mostra di sé un cumulo di pacchetti colorati.
Come sempre accadeva, il preside iniziò a distribuire i regali:- Questo è per… vediamo… Pomona!-
La Sprite scartò il pacchetto:- Oh, grazie, un profumo! Anche quest’anno… - aggiunse perplessa.
Mentre l’insegnante di Erbologia si annusava dubbiosa l’ascella, Silente consegnò alla professoressa Burbage un pacchetto che rivelò un “walkman” babbano, un apparecchio per ascoltare la musica (purtroppo l’oggetto non funzionava ad Hogwarts, ambiente troppo saturo di magia, che mandava in tilt la tecnologia babbana), e Piton scartò un libro che gli azzannò il lungo naso aquilino.
-Oh, questo è per me!- esclamò Silente. Minerva osservò avidamente l’espressione del preside mentre scartava il regalo, notando appena Hagrid alle proprie spalle, che tentava di staccare il feroce volume dall’appendice nasale di Severus.
Silente aprì infine il pacchetto e la McGranitt impallidì: non conteneva affatto la sua adorata penna, ma un paio di pesanti calzini pelosi!
Ma… come era possibile? Chi aveva scambiato i regali? Poi capì: doveva aver preso per sbaglio il pacchetto dell’uomo che aveva pagato con lei alla cassa.
Maledendosi per la propria distrazione, Minerva fece per aprire bocca, quando notò gli occhi lucidi e l’espressione commossa del preside.
-Io… sono senza parole- disse questi con voce rotta dall’emozione – E’ proprio quello che desideravo… è un regalo perfetto! Grazie, grazie mille a chiunque me li abbia regalati!-
Il preside si asciugò una minuscola lacrima.
La McGranitt era decisamente confusa, ma fu felice che il preside avesse apprezzato i calzini.
-Questo è per te, Minerva- aggiunse Silente, porgendo all’insegnante un voluminoso pacchetto.
-Oh, grazie!- esclamò la McGranitt, strappando la carta colorata che rivelò una familiare zampetta dorata: era il bruttissimo gatto cinese che Piton osservava da Madama Jennings.
Alzò lo sguardo per incontrare quello di Severus, che, ormai libero dalla violenta stretta del proprio regalo, la osservava esitante.
-Grazie- sospirò infine Minerva –è… bellissimo!-
 
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cissyfancrazy94
view post Posted on 21/1/2011, 18:32




Eccomi!
Un po' triste e credo di essere andata OOC(ma non troppo), in ogni caso spero vi piaccia. Buona Lettura! :)

SPOILER (click to view)
Casa Tonks, dicembre 1983.

Mancavano pochi giorni a Natale. La neve aveva imbiancato il piccolo giardino di Casa Tonks e una bambina dai capelli azzurri correva felice tra le aiuole.
Erano quasi le cinque e Andromeda Tonks stava seduta tranquillamente nel salottino di casa con una tazza di té caldo in mano. Di tanto in tanto osservava sua figlia dalla finestra per assicurarsi che stesse bene. Operazione che doveva compiere più volte conoscendo la sbadataggine della bambina che inciampava di continuo in chissà quale ostacolo invisibile, ma nonostante ciò, Nymphadora, dopo ogni eventuale caduta, si rialzava sempre sorridendo e continuava a correre, soprattutto per evitare i rimproveri della madre.
Andromeda era una madre apprensiva. E la sua apprensione era accentuata dal modo di fare e di essere di sua figlia. Dora era il ritratto del padre: sbadata, goffa, impacciata ma sempre con un sorriso spontaneo che le illuminava il viso.
La madre aveva imparato ad accettare i suoi difetti, difetti che del resto avevano contribuito tempo prima a fare innamorare la giovane Andromeda Black di un Ted Tonks tanto diverso da lei come solo il giorno dalla notte poteva esserlo.
La donna sorrise all'ennesima caduta della figlia, dall'espressione della bambina aveva intuito che non si fosse fatta male, ma non poteva mai ridere tranquillamente sinché non ne era certa.
Era fatta così, la paura di perderla sempre immensa.
“Sei esagerata Dromeda” le diceva sempre suo marito “deve pur farsi le ossa, fra un anno andrà ad Hogwarts”, Andromeda non osava immaginare quando Dora sarebbe partita per Hogwarts, vedeva già la casa sommersa di lettere degli insegnati sui pasticci che sua figlia avrebbe certamente combinato.
“Parla proprio lui” pensò Andromeda in risposta al marito “quando quest'estate il bambino dei vicini le ha buttato il gelato per terra era una furia” rise ricordando quanto in realtà Ted fosse prottetivo.
Andromeda ritornò a sedersi sul divanetto del soggiorno ricordando in quel momento che aveva promesso a suo marito di prendere le luminarie dalla soffitta.
- Nymphadora!-
- Sì, mamma?- rispose la piccola temendo un rimprovero.
- Salgo in soffitta, preferirei che rimanessi in casa quando non ti posso controllare, mi raccomando non toccare niente! - sapeva già che avrebbe toccato di tutto e di più, sperava solo che i danni non sarebbero stati troppo gravi.
“Male che vada potrebbe rompere quel pacchiano servizio da té che ci ha regalato la prozia di Ted” pensò mentre saliva le scale che portavano alla soffitta.
Entrò nella stanza polverosa in cerca delle luminarie, ma senza accorgersene urtò un baule.
- Vivere con quei due mi fa male in ogni senso.- si disse Andromeda alzando gli occhi al cielo per il dolore, chiedendosi come mai non l'avesse visto dato che si trovava proprio sulla sua traiettoria.
Si inchinò per raccogliere alcune cose che erano uscite dal grosso baule: una vecchia bambola, un manuale di pozioni e un album di foto. Tutte cose che facevano parte della sua vita prima del matrimonio con Ted. Era il suo vecchio baule che utilizzava quando andava ancora a scuola dove poi vi aveva riposto tutti gli oggetti che aveva portato via da Casa Black il giorno delle fuga.
- Ah, ecco perché mi sono fatta male, siete voi.- disse sorridendo malinconica, consapevole che quel voi non fosse solamente riferito agli oggetti. Sfogliò le pagine dell'album, le foto ritraevano lei e la sua famiglia, una famiglia di cui non faceva più parte.
- Riuscite ancora a farmi male.- disse con rabbia, ma quest' ultima si attenuò quasi subito.
E dire che un tempo li amava, forse li amava ancora nel suo profondo, anche se avrebbe dovuto detestarli. Poteva accettare che la disprezzassero per la sua scelta, ma non che odiassero suo marito e sua figlia: le persone più importanti della sua vita.
Solo per il loro sangue. Un tempo ci aveva creduto anche lei, anche se ricordava ancora le parole di Sirius “Tu non sei mai stata come loro” e invece sì Sirius, lei amava la sua famiglia, ma non era mai riuscita a provare quello stesso disprezzo che loro provavano verso i babbani; alle volte dentro di sé si sentiva una vigliacca per non aver mai assunto una vera posizione come il cugino, l'unica volta che l' aveva fatto era stato per amore, per sé stessa, probabilmente se non avesse incontrato Ted sarebbe ancora stata lì, con la sua vecchia famiglia, sposata con un purosangue che magari avrebbe anche imparato ad amare. Moglie di un mangiamorte o lei stessa una mangiamorte.
“No io non mi sarei mai schierata dalla parte di Voldemort, ma tu Sirius? Perché alla fine sei tornato indietro? Tu, che sin dalla più tenera età ti sei mostrato astioso nei confronti della nostra famiglia? Nessuno ti ha costretto, eppure ora sei rinchiuso ad Azkaban con l'accusa di essere un mangiamorte e un assassino” si chiese se bastasse la prima parola, ma aveva bisogno di sperare che assasino e mangiamorte non equivalessero. Doveva.
Non riusciva a credere che Sirius fosse passato così facilmente al lato oscuro tradendo tutti i suoi amici, avrebbe tanto voluto parlargli, farsi spiegare, ma non poteva: era stato spedito ad Azkaban senza processo due anni prima e le era stao impedito dal Ministero di scrivergli.
Non aveva neanche tentato di chiedere a qualcuno della famiglia, nessuno di loro avrebbe sprecato parole in sua difesa, per non parlare del fatto che probabilmente non l'avrebbero neanche degnata di attenzione.
“Anni sprecati a dire che desiderare di diventare mangiamorte sarebbe stata un'ottima ambizione e poi non hanno neanche protestato per la sua condanna, suppongo per non avere problemi con il Ministero" o magari perché Sirius non lo aveva fatto per loro, forse l'aveva fatto per altro, potere e gloria, forse non lo aveva mai fatto invece. Ed era stato punito ingiustamente.
I dubbi sulla colpevolezza di Sirius non potevano esserci purtroppo anche per Bellatrix o Regulus per quanto volesse. Sapeva che loro lo erano. Mangiamorte. Sapeva già ancor prima di andarsene che lo sarebbero diventati. Ma Regulus era morto, probabilmente ucciso dai suoi stessi compagni e Bellatrix era stata rinchiusa ad Azkaban, una detenzione meritata considerando che persino lei aveva ammesso la sua colpevolezza, senza però pentirsi di ciò che aveva fatto.
Narcissa invece non era diventata una mangiamorte; Druella e Cygnus dovevano aver voluto preservare la loro ultimogenita visto a cosa stava portando la guerra tra Lord Voldemort e il Mondo Magico.
Suo marito, Lucius Malfoy, era stato scagionato, si era pentito, aveva detto di essere stato stregato. Andromeda non sapeva se fosse vero, ma sta di fatto che Narcissa non l'aveva comunque contattata dopo il presunto pentimento.
Non era cambiato niente. Forse era solo tutto peggiorato. Sperava almeno che lei, suo marito e suo figlio stessero bene.
L'unico con cui era rimasta in contatto della sua vecchia famiglia era zio Alphard, cancellato dall'albero genealogico dei Black per aver lasciato in eredità dei soldi al nipote Sirius, già diseredato per aver rinnegato i valori della famiglia ed essere scappato di casa. Era grazie a lui che aveva saputo della morte di Regulus, di suo zio e poi dei suoi genitori. Funerali a cui aveva assistito da lontano chiedendosi se fosse giusto che li piangesse.
Lo era. Anche se la odiavano, o peggio anche se provavano indifferenza nei suoi confronti.
Era rimasta solo zia Walburga. Sola. Andromeda, tentata più volte di andare a trovarla non lo aveva nella realtà mai fatto, del resto la zia era l'incaricata della cancellazione dei nomi dall'albero genealogico, sicuramente non le avrebbe fatto piacere vederla.
- Per voi non esisto.- disse senza riuscire a mascherare il suo dolore.
Sospirò e ripose l'album nel baule richiudendolo.
- Mamma, che fai?- chiese una piccola Nymphadora dai capelli fucsia dopo aver seguito con interesse le ultime mosse di sua madre.
- Niente... tornavo solo indietro nel tempo. - sua figlia la guardò stupita senza capire, la sua buffa espressione fece sorridere la madre
- Allora, non hai combinato niente vero? -
- Ehm... mamma ricordi il servizio da té di zia Mary? -
- Scommetto che si trova infranto sul pavimento del salotto. -
- Ehm... -
- Andiamo, lo riparerò prima che torni tuo padre. -





Casa Tonks, Natale 1983.

La mattina di Natale la famiglia Tonks, come tutte le famiglie del mondo, si scambiava i regali davanti a un allegro fuoco.
Andromeda Tonks aveva già scartato i suoi.
- Ted, ma tu credi veramente che questo aggeggio... funzioni? -
- Certo cara! Si chiama arriccia-capelli, lo usano le attrici babbane sai -
- Oh, grazie. -
Andromeda era sempre scettica nei confronti degli aggeggi babbani, ma non avrebbe mai reso infelice suo marito rifiutando quel regalo, si promise però che se l'avesse mai usato avrebbe avuto la bacchetta sottomano. Era più forte di lei: dei babbani non si fidava.
In un angolo Nymphadora giocava con la sua nuova bambola, regalatagli dallo zio Alphard.
- Credo sia ora che ci prepariamo. Tua madre ci starà aspettando Ted.-
- Aspetta mamma, io non ti ho ancora dato il mio regalo!-
Solitamente i regali di Dora consistevano in piccole creazioni fatte da lei. Ted sorrise alla moglie.
- Ha voluto tutto fare da sola, siamo andati in un negozio a Diagon Alley e ha speso tutti i suoi risparmi.-
- Non era necessario, Ted perché non glielo hai impedito?-
Ted alzò le spalle senza dargli una giustificazione.
- Ecco mamma.- Nymphadora, che qualche attimo prima era corsa in camera sua, ora porgeva alla madre un pacchetto rettangolare.
- Grazie tesoro.-
La donna cominciò a scartare, pronta ad abbracciare sua figlia qualsiasi cosa fosse nascosta da quella carta natalizia.
Ma rimase sorpresa.
Rimase talmente sorpresa che Ted, incuriosito dall'espressione della moglie, rivolse lo sguardo sul regalo della figlia e subito i suoi occhi si spalancarono.
Dora era chiaramente contenta dell'effetto creato, ma non vedendo alcuna reazione da parte della madre e avendo notato preoccupazione nel volto del padre si chiese se avesse sbagliato qualcosa.
- Che c'è mamma? Non ti piace per caso?- chiese lei con una punta di delusione.
Andromeda stringeva tra le mani una foto incorniciata.
Una foto.
Quella foto.
La foto di cinque cugini.
A destra stava una Bellatrix già tredicenne, i lunghi capelli neri e lucenti, con la solita espressione sprezzante ma molto diversa da certe foto che sarebbero state scattate anni più tardi. Serena, con ancora una parvenza di innocenza in quell' arroganza che la contraddistingueva. Al centro stava Andromeda, aveva undici anni, morbidi capelli bruni che le incorniciavano il viso ancora tondo e dai tratti infantili. Era sorridente nel suo abitino verde lucente. Le piaceva tanto quell'abito. Chissà che fine avrà fatto si ritrovò a pensare. Vedeva la sua immagine cercare di calmare uno scalmanato Sirius di tre anni intento a fare dispetti a Bellatrix, che per ripicca gli aveva strappato di mano un peluche a forma di drago. A sinistra si trovava Cissy con i lunghi capelli biondi che badava a Regulus, ancora troppo piccolo per comprendere che fosse Natale.
Andromeda ricordava bene quel Natale.
Natale 1963.
Lei e Bellatrix erano tornate a casa per trascorrere le feste con la famiglia. Appena Narcissa le aveva viste era corsa loro incontro e persino Bella non era scappata dai suoi abbracci per quanto fosse restia a quei gesti di affetto. Era stato uno dei Natali migliori per Dromeda, fresca dei primi mesi di Hogwarts e smistata a Serpeverde come tutta la sua famiglia. Erano fieri di lei.
Ricordava anche che la lotta tra Sirius e Bellatrix aveva coinvolto ben presto gli altri cugini: Cissy era ruzzolata da una parte, facendo accorrere subito in suo aiuto Andromeda. Regulus era miracolosamente sfuggito all'albero di Natale a cui Sirius si era aggrappato mentre scappava dalla furia di Bella. Quei due avevano passato due ore nelle rispettive camere in punizione, solo grazie all'intervento di zio Alphard, che riteneva ingiusta una punizione a Natale, erano potuti ritornare a festeggiare con il resto della famiglia.
- Andromeda... -
- Tu lo sapevi? -
- Io... -
- Papà non sapeva niente del regalo, mi ha solo aiutato a scegliere la cornice.- disse triste Dora ormai conscia del fatto che la foto non fosse stata per niente gradita.
- Senti Dromeda, lei non sa... so che per te è duro, ma non potresti... ? -
Andromeda guardò intensamente Ted:
- Far finta che mi piaccia? - Ted rimase in silenzio, era proprio quello che stava per dire ma non voleva ferire i sentimenti della figlia che seguiva con le lacrime agli occhi la conversazione tra i suoi genitori.
- Dove hai trovato questa foto Dora? -
- In soffitta, nell'album che l'altro giorno stavi guardando, credevo... credevo che ti sarebbe piaciuta, scusa. - la piccola abbassò la testa.
Andromeda rivolse di nuovo lo sguardo alla foto, poi lo spostò verso il camino.
- No! - Ted si era frapposto fra lei e il camino acceso – Non vedi come ci è rimasta male? Che senso ha buttarla? Cerca di spiegarle con calma perché non ti piace, è bene che sappia la verità a questo punto. -
- Scusami? -
- Non credevo potessi arrivare a tanto. -
- Ted ti dispiacerebbe spostarti? -
Ted si spostò, ma continuò a fissarla preoccupato.
Andromeda arrivò davanti al camino, per un attimo le fiamme lampeggiarono nei suoi occhi.
- Non capisco davvero Ted perché dovrei far finta che mi piaccia, se... mi piace veramente. - disse poggiando la foto sopra la mensola del camino.
- È il più bel regalo che abbia mai ricevuto! - disse voltandosi verso la figlia, la sorpresa nelle facce di Ted e di Dora era impagabile pensò Andromeda. La bambina corse verso la mamma e la abbracciò forte.
- Credevo non ti piacesse. -
- Come mai hai scelto questa foto?-
- Ho riconosciuto Sirius e poi mi sembrava la più bella. -
Definirla la più bella era decisamente esagerato, era l'unica foto in cui non erano composti come ci si aspettava da dei veri Black, ma doveva essere stata la spontaneità di quella situazione ad aver colpito maggiormente Dora.
- Hai ragione è molto bella, ora vai a prepararti, fra un po' andiamo dai nonni. -
Nymphadora si staccò dall'abbraccio della madre e ritornò nella sua cameretta.
- Dromeda, stai bene? - gli chiese apprensivo Ted.
- Sì. -
- Sei sicura di voler tenere quella foto in salotto? -
- Sì Ted, ma se a te da fastidio vedere ogni giorno delle persone che disprezzano il tuo sangue e quello di tua figlia toglila pure, ti capisco. -
- Non ho nessuna intenzione di toglierla, il fatto che non piacessi e non piaccia tutt'ora alla tua famiglia non mi disturba, del resto tu devi sopportare mia zia! -
- Non è proprio la stessa cosa.- disse Andromeda trattenendo le lacrime dalla commozione per la comprensione del marito.
Ted alzò le spalle in quel suo solito modo buffo.
Mentre uscivano dalla villetta Andromeda rivolse un ultimo sguardo sereno alla foto. Forse veramente l'ultimo.


Edited by cissyfancrazy94 - 22/1/2011, 13:55
 
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Emily Darlington
view post Posted on 31/1/2011, 12:55




Dunque, dichiaro ufficialmente chiuso il secondo concorso fan fiction (TUTTI:Eh, in effetti Natale è finito da un pezzo)

E' stato come sempre arduo scegliere la vincitrice dal momento che pubblicate sempre ff molto belle, poi c'è ne sono sempre di stili diversi (mai tutte comiche e mai tutte tristi) e considerato che non avete partecipato in tante, non era così scontato.
Alla fine abbiamo scelto, a nostro giudizio, la vincitrice che è...

Natalie_S!!!

La tua ff è molto tenera e divertente. L'idea del Secret Santa ci ha divertito molto e la McGranitt in difficoltà era esilarante ma, ovviamente, il personaggio che abbiamo apprezzato di più è stato senza dubbio Piton: cioè, ma quanto era tenero???
Io personalmente ti consiglio di pubblicarla su EFP! Certo, magari potevi farlo un po' prima, ma va bene! ;)
Ovviamente consiglio a tutti gli utenti di leggerla :D

Ancora complimenti a tutte voi, perchè le vostre ff erano tutte bellissime. :D
 
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YunaX
view post Posted on 31/1/2011, 17:18




Complimenti Natalie :D la tua fanfic effettivamente era bellissima!
 
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cissyfancrazy94
view post Posted on 31/1/2011, 18:39




Complimenti Natalie! :D
 
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Natalie_S
view post Posted on 1/2/2011, 09:30




Wow sono onorata!!! Grazie mille!!! image

Scusate, forse ho un po' ecceduto con la pucciosità di Piton ("e allora dacci dentro con la teeeenereeezza!" cit. Ciuchino), ma mi ha dato l'impressione di diventare un agnellino di fronte a una donna forte (Lily, la McGranitt, ed è anche carinissimo con Narcissa - Bellatrix no perchè gli sta sulle balle ^_^ ).

Forse adesso è un po' tardi per pubblicare su EFP... be' male che vada me la tengo per l'anno prossimo!

Thank you!!!!!
 
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alinda86
view post Posted on 6/2/2011, 22:16




sì sì, complimenti! anche io ho trovato molto originale l'idea del secret santa!
 
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8 replies since 22/12/2010, 12:57   505 views
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